“Scrivere è un atto politico” è questa la considerazione che viene spontanea quando si chiude l’ultima pagina del libro di Mimmo Ugliano.
Libro denso, intenso, ben scritto. Un altalenante racconto tra storia, memoria, biografia. La narrazione inizia negli anni ’50 del secolo scorso. Lui era un bimbo di 7/8 anni quando arrivò a Milano da Nocera con la sua famiglia: qui vivevano gli zii che li avevano sollecitati a trasferirsi.
“Milano ci accolse con una splendida giornata di sole – scrive Mimmo – il taxi verde ci condusse tra le vie della città, lungo i viali e i negozi, il traffico era poco ma per noi, abituati in una cittadina del sud, sembrava un grande e frenetico movimento”. Giunsero infine a Gratosoglio dove allora c’erano poche case, qualche baracca e una cascina in mezzo alla campagna, ma c’erano due fabbriche; la Cartiera di Verona e il Cotonificio Cederna dove papà Ugliano trovò lavoro.
Mimmo e i suoi fratelli furono accolti nelle scuole del Ronchettino. Qui c’erano altri bambini arrivati a Milano da altre Regioni: tutti parlavano il loro dialetto e dunque non si capivano, ma giocavano insieme e questo era tanto più forte delle parole.
Erano anni in cui i figli delle famiglie più modeste sceglievano studi di avviamento professionale, per potere essere inseriti subito nel mondo del lavoro.
Tra le pagine l’autore racconta il lungo periodo di fermenti socio/politici: il suo impegno come sindacalista. In questo clima matura la decisione di iscriversi al Pci. C’era allora a Gratosoglio una sola sezione di partito situata nel cortile di un’osteria chiamata la Cooperativa: in estate quel cortile si trasformava in balera, con musica trasmessa attraverso il jukebox. C’era molta partecipazione e attività politica, sociale, culturale. “Avevamo una forte volontà di cambiamento scrive Mimmo, condividevamo gli stessi ideali, le stesse ambizioni: la speranza di essere protagonisti di quegli anni”.
Oltre alla parte pubblica Mimmo ricorda episodi felici come il matrimonio e la nascita delle figlie, l’amore che lo lega alla madre, ai fratelli e alla sorella come parte essenziale dell’esistenza.
Ogni storia viene considerata come evento unico, in realtà tutto si intreccia ad altro che gira intorno. E questo è un libro sulla famiglia e sulle relazioni, sul lavoro e le ambizioni, l’istruzione e il superamento degli ostacoli.
Mi piace chiudere con una citazione di Walter Benjamin: “Un evento vissuto è finito, o perlomeno è chiuso nella sola sfera dell’esperienza vissuta, mentre un evento ricordato è senza limiti”.
Il libro verrà presentato il 18 giugno alle ore 10.30 presso il Circolo Pd, via Gratosoglio 60. Sarà presente l’autore. Per acquistare il libro telefonare a: 335.6605169
Mimmo Ugliano
La balera, la biblioteca. Da Nocera a Milano
Prefazione di M. Luisa Sangiorgio