Intervista a Sonia Introzzi che dal 1984, con un restauro conservativo riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali, restituisce a nuova vita volumi, pergamene, stampe, documenti e altre opere su carta
Ascanio Sforza 17: un cortile tipico della vecchia Milano e del Borgo di San Gottardo o dei Furmagiatt, come veniva chiamato un tempo, per le molte casere che si trovavano i questi cortili. Entrando in questo passaggio che attraversa le vie del quartiere incontriamo uno spazio particolare.
Si tratta del Laboratorio Volumina di Sonia Introzzi, specializzato nel restauro conservativo di libri, pergamene, stampe, documenti e opere su carta, attivo sin dal 1984.
Il lavoro di questo piccolo opificio, riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali per la sua capacità di ridare vita alla parola scritta, si svolge quasi totalmente in collaborazione con biblioteche, archivi e fondazioni, sia privati che pubblici, come l’Archivio di Stato di Milano, l’Archivio Provinciale di Bolzano, la Fondazione Dalmine, l’Archivio Intesa San Paolo, la Fondazione Magneti Marelli e l’Archivio Pirelli.
Nel corso degli anni ci sono state anche collaborazioni con enti esteri, come il Museo Guggenheim di New York per il quale, in occasione di una mostra sono stati restaurati dei preziosi volumi del periodo del Futurismo.
Nel laboratorio si svolgono anche corsi per amatori, che intendono avvicinarsi al mondo del restauro su carta e pergamena, per imparare come conservare e soprattutto come non danneggiare i propri volumi. Frequentemente infatti, i maggiori responsabili dei danni irreparabili alle opere sono gli stessi proprietari che utilizzano incautamente tecniche dilettantesche, ritagliando le stampe o staccando le copertine, producendo solo ulteriori danni. Abbiamo visitato il laboratorio Volumina e sentito Sonia Introzzi su un tema di strettissima e drammatica attualità: l’alluvione in Romagna e i danni che può avere provocato all’ingente patrimonio culturale di quelle zone.
Pagine salvate dall’acqua da Firenze alla Romagna. Che speranze ci sono nel recupero dei testi?
«Ho già avuto occasione di lavorare in passato su volumi danneggiati dall’alluvione di Firenze del 1966, un’esperienza certamente emozionante e carica di responsabilità. Posso dire che le attuali tecniche consentono di ottenere risultati migliori nel recupero dei testi. Infatti ora si agisce con il congelamento dei volumi. Grazie alla disponibilità di aziende del settore, che hanno messo gratuitamente a disposizione celle frigorifere, i libri vengono immagazzinati al fine di evitare lo sviluppo di muffe. In questi luoghi riposeranno a -25 gradi affinché tutta l’acqua presente nelle pagine si congeli. Il passaggio successivo sarà passare dallo stato solido a quello gassoso, la sublimazione, attraverso alte temperature, di fatto liberando le pagine dall’umidità che le ha avvolte. Solo allora si potrà iniziare il restauro vero e proprio».
Quando un libro si può considerare antico?
«Per quanto riguarda la classificazione dei libri possiamo parlare di libri antichi sino a circa la metà del XIX secolo, quando le tecniche di stampa iniziano a diventare meccaniche.
Inoltre è cambiato radicalmente anche il supporto, non più stracci ma pasta di legno lavorata industrialmente con sbiancanti e reagenti chimici vari, aumentando così il volume di produzione di carta e quindi di libri ma esponendoli a fenomeni di deterioramento molto più importanti».
Ricorda un particolare restauro?
«Fra i libri più particolari sui quali ho lavorato ci sono un volume di un’opera di Virgilio risalente al XVI secolo e conservato presso la biblioteca di un collegio comasco e due antichi corali provenienti dalla Veneranda Fabbrica del Duomo».
IL RITRATTO
Sonia Introzzi è nata a Milano settant’anni fa, abita da sempre nel sud Milano.
Dopo aver conseguito una maturità classica e una tecnica, insegna per alcuni anni come precaria nelle scuole milanesi. Segue quindi i corsi di legatoria del comune tenuti dai maestri della famosa legatoria Conti Borbone, la più antica di Milano e tutt’ora attiva, aperta nel 1873.
Frequenta prima a Firenze e poi a Roma corsi specifici per il restauro dei libri e acquisisce l’abilitazione per collaborare con gli enti pubblici. Successivamente apre il suo laboratorio in Ascanio Sforza dove svolge ancora la sua attività.