Il 23 settembre scorso c’è stata una significativa mobilitazione in difesa della villa di via Molise 5, confiscata alla mafia, che rischia l’abbattimento.
Un’importante manifestazione si è tenuta Il 23 settembre scorso nel giardino della villa di via Molise 5 di Rozzano, confiscata alla mafia, promossa dal Comitato Molise 5 in difesa dell’edificio che rischia l’abbattimento.
Difatti, il consiglio comunale nello scorso 16 giugno aveva approvato un progetto, finanziato dal Pnrr, che prevede la demolizione della villa e la costruzione di un nuovo edificio da adibire a Centro Servizi per il contrasto alle povertà e l’housing first.
Purtroppo, il progetto non è mai stato presentato e discusso con gli operatori sociali, i volontari, le famiglie coinvolte e il Comitato Molise 5, che da cinque anni anni se ne prende cura.
Negli interventi che si sono succeduti durante la mobilitazione nel giardino della villa, è stata ricordata l’importanza simbolica della visita di Salvatore Borsellino che tempo fa insieme a persone fragili e operatori mise a dimora nel giardino l’ulivo che oggi è a testimonianza della battaglia contro la mafia.
Il Comitato Molise 5 e la cittadinanza attiva chiedono che si apra un dialogo con l’amministrazione, al fine di una coprogettazione tra la politica e i cittadini attivi sul territorio.
Il sostegno di Salvatore Borsellino
Pubblichiamo parte del messaggio inviato da Salvatore Borsellino al Comitato Molise 5: “Il mio sostegno a chi combatte le lotte che ho sempre combattuto, quelle contro la mafia ma soprattutto quelle contro chi con la mafia ha scelto di convivere, con quelle istituzioni che, per incapacità o connivenza favoriscono il diffondersi d questo di questo cancro che ha ormai infettato tutto il nostro disgraziato paese.
Una di queste occasioni è quella della manifestazione svoltasi ieri a Rozzano presso la villa di Via Molise 5, un bene confiscato alla mafia che un comitato di cittadini ha fatto diventare un luogo di aggregazione, di formazione, di cultura, di riscatto, di speranza e che ora una scellerata decisione di una giunta miope nella migliore delle ipotesi, inetta o connivente nella peggiore, ha deciso di abbattere distruggendo così un simbolo di rinascita, di lotta al malaffare, che dovrebbe invece, a tutti i costi, essere preservato.
Nel giardino di quella villa avevo io stesso qualche tempo fa partecipato alla messa a dimora di un ulivo che adesso verrà estirpato, distrutto, sancendo simbolicamente la sconfitta dello Stato di diritto di fronte all’arroganza mafiosa, della luce di fronte alle tenebre, del coraggio rispetto alla paura.
Mi auguro che gli amministratori del Comune di Rozzano possano ritornare su questa infausta decisione e dimostrare così la loro volontà di combattere l’illegalità e la mafia piuttosto di convivere con essa e diventarne così conniventi”.