A Calvairate la onlus di Gino Strada in aiuto a disoccupati ed extracomunitari: non solo ambulatorio, prescrizioni e farmaci gratuiti, i mediatori culturali della onlus offrono aiuto per affrontare e risolvere i problemi a chi è escluso dalla Sanità regionale. E molti, grazie a loro, riescono ad accedervi.
L’ambulatorio mobile di Emergency è parcheggiato in via Faà di Bruno, una strada di case popolari tra piazza Insubria e piazzale Cuoco, zona Calvairate. Il politruck è rosso, grande, scintillante sembra uno di quei mezzi della Formula 1. Accanto, il camper dell’associazione Nessuno escluso. Nei pressi una decina di persone, prevalentemente straniere, sedute su sedie pieghevoli, attendono con calma il loro turno di essere visitate. Ad accoglierli una squadra di specialisti, composta dalla mediatrice culturale Loredana Carpentieri, responsabile dell’ambulatorio mobile, dal medico di Medicina generale Emanuele Longo, due psicologhe, una infermiera, quattro mediatori culturali, un autista. Insieme forniscono ai pazienti un servizio gratuito, ma tutto ciò per Emergency, che fa della dignità e della salute delle persone un bene prezioso, non significa carità né tantomeno approssimazione.
Chi sono le persone che vengono a farsi visitare?
«Molti stranieri, egiziani, peruviani, bengalesi – ci spiega Loredana Carpentieri –, ma anche italiani, anziani del quartiere che vengono per la misurazione dei parametri vitali, prestazioni infermieristiche e orientamento ai servizi della Sanità pubblica. Siamo qui dal 2017, ogni martedì dalle ore 10,30 alle 18. All’inizio veniva poca gente. Ora, attraverso il passaparola e la rete con altre realtà di assistenza e associazioni a cui presentiamo i nostri servizi, visitiamo dalle 20 alle 25 persone al giorno».
Perché si rivolgono a voi?
«Una parte dei nostri pazienti viene perché ha difficoltà di accesso alle cure mediche, per mancata conoscenza dei propri diritti, a causa di difficoltà burocratiche o barriere linguistiche e culturali. Dopo un passaggio con i mediatori linguistici, queste persone accedono alla visita medica, ma noi puntiamo a reinserire tutti nel circuito della Sanità pubblica, aiutandoli nelle pratiche e, nel caso, accompagnandoli a ulteriori visite ed esami».
Chi invece non ha diritto alle cure mediche?
«Sono le persone comunitarie, non residenti, prive di qualsiasi assistenza, e i cittadini extracomunitari non in regola. Per i primi in Lombardia, al contrario di altre regioni, non c’è assistenza e ci pensiamo noi. Per i secondi li visitiamo e poi facciamo in modo di procurare loro il codice Stp, che sta per “straniero temporaneamente presente”, perché con quello, in convenzione con l’Asst Fatebenefratelli Sacco, possiamo prescrivere esami. Le medicine invece le diamo noi direttamente».
Per le persone che visitate esiste anche un problema di pagamento del ticket?
«Certo, molti vengono da noi anche per quello. Abbiamo ottenuto però un risultato molto importante perché, dopo una causa collettiva contro Regione Lombardia, è stato riconosciuto il diritto all’esenzione non solo per chi ha esercitato una attività lavorativa regolare e ora è disoccupato, ma anche per le persone che non lavorano, e che spesso sono occupate part-time o in nero, che altrimenti dovrebbero pagarsi le cure».
Avete quindi pazienti abituali?
«Sì, capita che per alcune tipologie di pazienti in realtà non ci sia altro modo di accedere alle cure o che per loro sia più semplice accedere al nostro ambulatorio. Naturalmente non li mandiamo via. Tornano a trovarci anche per ringraziarci. Una signora qualche giorno fa voleva portarci del couscous, l’abbiamo ringraziata e le abbiamo detto che non c’era bisogno».
Visto che è tutto gratuito, chi paga?
«L’ambulatorio mobile ha una convenzione con il Comune per avere gratuitamente l’occupazione del suolo pubblico e una con Asst per poter fare le prescrizioni di esami, ma i medicinali e tutto il resto è pagato da Emergency, o meglio dai donatori e dal lavoro di raccolta fondi dei volontari».
LA PAROLA AL MEDICO
Emanuele Longo è il medico di Medicina generale degli ambulatori medici di Emergency. Lo è dal 2016, quando invece di aprire un ambulatorio da medico di base, ha deciso di lavorare per chi le cure fa fatica ad averle. In questi anni ha visitato migliaia persone, maturando un’esperienza enorme e un punto di vista privilegiato sulla Sanità lombarda. «Il problema più grande è la mancanza di informazioni sui pazienti, che generalmente vagano tra Pronto soccorso, colleghi sensibili e altre realtà del terzo settore. Basterebbe condividere i dati, avere sul territorio delle Case di comunità efficienti e, oltre a evitare di ripetere esami, potremmo risparmiare risorse e prescrivere terapie più accurate», spiega il dottor Longo. Al politruck di Emergency le malattie più frequenti sono quelle tipiche che affronta un medico di base, aggravate dal fatto che frequentemente vengono in ambulatorio persone che vivono in condizioni di vita difficili. Patologie del sistema respiratorio o gastrointestinale non curate, contusioni o dolori alle ossa o ai muscoli, provocate da lavori usuranti. «Malattie infettive nella media, cioè poche e le solite», ci tiene a precisare il dottore Longo, per sfatare l’antico pregiudizio razziale. Poi sale sul politruck e affronta l’ennesima visita, insieme al mediatore culturale. |
“Ogni individuo ha diritto… alle cure mediche e ai servizi sociali necessari…”. L’articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è bene in vista sull’ambulatorio mobile di Emergency, parcheggiato in via Faà di Bruno.
Chi si rivolge ai medici e al personale della onlus fondata da Gino Strada sa che questa è una concreta assunzione di responsabilità, non un generico impegno a fare. Dal 1994 a oggi Emergency ha curato oltre 12,8 milioni di persone, in 20 paesi del mondo, tra cui anche il nostro, compresa la ricca Milano.
Leonardo Castiglione e Stefano Ferri
foto Lucia Sabatelli