I nostri Ambrogini, Andrea Cherchi: «Nei miei scatti tutto l’amore per Milano e i milanesi»

di Elena Rembado

Giornalista, fotografo e videomaker, Andrea è autore anche di libri di grande successo. Attivissimo sui social, la sua pagina Facebook “Semplicemente Milano” ha conquistato una platea di 209mila follower

Osservare Milano attraverso gli occhi di Andrea Cherchi la fa scoprire in tutte le sue sfaccettature, tra storia, tradizioni, curiosità, futuro e tanta umanità, che rischierebbe di passare inosservata nella frenesia di una città così dinamica ed eclettica. In questa intervista, il giornalista e fotografo premiato all’edizione 2024 delle Benemerenza civica del Comune, detti “Ambrogini”, autore di libri e fondatore della pagina Facebook Semplicemente Milano – che conta 209mila follower – si racconta a il SUD Milano.

Le guglie del Duomo di Milano @ Andrea Cherchi

Nei tuoi post si notano sempre calore, “cuore” e originalità nel trovare gli spunti, che fanno intuire un intreccio tra i due aspetti personale e professionale. Quanto ha influito la tua vita sul tuo lavoro?

«La mia passione per la fotografia è nata quando, da giovanissimo, i miei genitori mi regalarono una Polaroid. Facevo scatti di particolari e incollavo le fotografie su un quaderno corredando l’immagine con una mia breve descrizione, che spesso sconfinava in una mia personale riflessione. Mia madre a un certo punto mi disse che la carica della Polaroid era molto costosa e che avrebbe preferito che facessi foto più familiari. Già allora avevo sviluppato una mia inclinazione verso il dettaglio e verso la ricerca di peculiarità, e nel mio fotografare c’erano tutta la mia storia e la mia serenità. Nell’ottobre dei miei due anni sono stato adottato da due genitori meravigliosi che, oltre ad avermi salvato dall’abbandono, mi hanno inondato d’amore; come mio primo regalo di Natale ho ricevuto una famiglia vera. Tutto questo è presente nelle mie fotografie».

Come sei riuscito a rendere la tua passione una professione e a lavorare anche su commissione? Che consigli daresti a chi vuole avviarsi a una carriera di fotografo? Oggi è possibile “vivere di fotografia”?

«Ho avuto la fortuna di trasformare la mia passione per la fotografia e il reportage in un lavoro vero e proprio. Ho ritmi molto frenetici e vivo sempre in movimento, ma non ho mai desiderato altro. Molti mi chiedono se il mio è un lavoro o un hobby. Quando succede mi fa molto piacere perché vuol dire che trasmetto un sentimento genuino di purezza. Realizzo servizi su commissione e altri li propongo andando a cercare storie inedite. Milano ha tanta umanità da cercare, soprattutto nei quartieri. Un consiglio? Non arrendetevi mai e, soprattutto, sappiate trasformare un ruolo di riserva in passione e divertimento. Non è sempre necessario essere attori principali. Io spesso, ancora oggi, sono riserva e sono felice. La fotografia non è una gara di bravura. È una gara di emozioni».

I Bagni Misteriosi al Parenti @ Andrea Cherchi

Come si svolge la tua giornata lavorativa?

Come trovi gli spunti da fotografare, ma soprattutto da raccontare in modo così affascinante sui social?

«Lavoro su commissione e lavoro sulla scoperta di storie da raccontare. La mia missione è quella di dedicare le mie foto e i miei racconti alle persone anziane e in difficoltà. Vado nelle scuole e nelle case di riposo. Loro pensano che sia io a fare loro un regalo, in realtà sono loro che mi donano cuore e anima. Nelle mie pagine social racconto il bello della città e la sua umanità nascosta».

Su quali canali veicoli le tue foto e i tuoi video? Come li fai “rendere” e qual è il rapporto coi tuoi “pubblici”?

«Utilizzo Instagram, Facebook, Tik Tok, LinkedIn e Twitter. Nonostante tutti i social abbiano un pubblico diverso, su ognuno pubblico lo stesso contenuto ed è sorprendente vedere come mondi così diversi si trovino tutti d’accordo sulla bellezza di Milano».

Milano sotto la neve @ Andrea Cherchi

Come si diventa da fotografo a personaggio?

«Non l’ho cercata questa trasformazione e neppure mi aspettavo il successo. È arrivato all’improvviso. Se mentre faccio la spesa la gente mi ferma per farmi i complimenti vuol dire che apprezza l’impegno e si riconosce in me. A tutti rispondo che sto imparando. Quando lo dico mi guardano divertiti, ma è la verità».

Oltre alla comunicazione in senso classico, ti orienti anche verso mostre e pubblichi libri…

«La mostra di Cesano Boscone è stata una bella sorpresa, so che è stata visitata da molta gente e ne sono davvero felice. Con i libri sono proverbiali la mia lentezza e la pignoleria. Una volta un signore mi disse: “Ogni Natale regalerei ai miei amici un suo libro. Il guaio è che lei fa un libro ogni 10 anni”».

Il Naviglio grande a Natale @ Andrea Cherchi

L’importanza dei video è sotto gli occhi di tutti. Come li tratti rispetto alle foto? Quali tecniche fotografiche utilizzi e quali strumenti?

«I video sono davvero importanti per raccontare la città. Cerco di realizzare contenuti semplici che arrivino a tutti. Anche qui non dimentico le persone più umili. Per le foto utilizzo due macchine professionali, Canon Mirrorless R6 e Sony Alpha IV, e per i video un cellulare che mi consente di essere più veloce nella pubblicazione. Il fine ultimo è sempre quello di raccontare cose belle».

Come è nata l’idea della pagina Facebook Semplicemente Milano e da dove è nato il nome?

«Il nome lo devo a mio papà che mi diceva sempre che Milano è una città che accoglie tutti con semplicità e umanità, aggiungendo: “La semplicità sarà sempre la tua principale alleata”. L’idea è nata osservando la vastità dei miei archivi, dove giacevano 5 milioni di scatti. Ho pensato che fosse giusto metterli a disposizione di tutti».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *