E dalla scuola sbucò il Drago del Giambellino

Marco Gortana e Davide Toffolo, autori del murale Cerutti. Foto Lucia Sabatelli.

Da poco inaugurato, il murale di via Bellini fa parte del progetto “Un nome in ogni quartiere”, creato dal Comune per dare identità a ogni zona

Il murale "Cerutti" di via Bellini, al Giambellino.
Il murale “Cerutti” di via Bellini, al Giambellino.

Dal 17 dicembre il Drago bianco del Giambellino spunta dalla grande parete – 25 metri per 12 – senza finestre della scuola elementare Nazario Sauro e si protrae, quasi a proteggerlo, verso il Cag, Centro di Aggregazione Giovanile, di via Bellini 6. L’opera, intitolata Cerutti, inaugurata alla presenza dell’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, è la ventunesima del progetto “Un nome in ogni quartiere”, l’iniziativa del Comune per dare significato e identità ai quartieri milanesi attraverso l’arte.

«Sono contento che il Drago bianco dia carattere al quartiere. È il Drago del Giambellino, un Cerutti Gino trasfigurato, ma pur sempre lui», ha detto Davide Toffolo, illustratore, musicista e frontman del gruppo Tre Allegri Ragazzi Morti, che ha realizzato il murale insieme all’artista Marco Gortana.

Marco Gortana e Davide Toffolo, autori del murale Cerutti. Foto Lucia Sabatelli.
Gli autori del murale: Marco Gortana e Davide Toffolo del gruppo Tre Allegri Ragazzi Morti. Foto Lucia Sabatelli.

Il Drago bianco del Giambellino è l’ultimo nato in ordine di tempo e segue le opere di street art realizzate più recentemente in via Rota a Greco e in via Bottoni al Vigentino (la mappa completa con la descrizione dei 21 murales).

«Il progetto “Un nome in ogni quartiere” è stato ideato da Milano & Partners/Yes Milano e dall’Ufficio Arte negli Spazi Pubblici nel 2021, quando lockdown e post pandemia rendevano difficili gli spostamenti trasformando ogni zona nel “centro del mondo” – spiega Alice Cosmai, responsabile di Arte negli Spazi Pubblici del Comune di Milano -. Lʹidea era quella di regalare un punto iconico che rappresentasse il quartiere. Milano è sempre stata una metropoli di rioni che sono piccole città-nella-città, e quindi il progetto non poteva non  proseguire. Considerato che i Nuclei di Identità Locale, i Nil, sono più di 80, il progetto prende forma anno dopo anno…».

Chi sceglie gli artisti, l’oggetto da rappresentare e il luogo preciso?

«Prima di tutto l’Ufficio Arte negli Spazi Pubblici trova le superfici su cui sia più sensato e possibile realizzare i murales. Si prediligono quelle di proprietà comunale o comunque pubblica, a meno che non ci sia una richiesta diretta dei cittadini nel mettere a disposizione parti private ma, anche in questo caso, la superficie deve essere, di fatto, talmente visibile da considerarsi “di tutti”, ad esempio affacciata su un parco, una piazza o un punto strategico del quartiere. Si passa poi al contatto con gli interlocutori per decidere l’oggetto. Ci rivolgiamo a una o più comunità locali con cui avviare la fase di ascolto che porta a identificare il messaggio e l’artista a cui potersi rivolgere: non si sceglie a priori. Si organizzano quindi dei momenti di incontro tra il producer individuato e, solitamente, il Municipio di riferimento. Lo scopo è identificare la comunità disponibile a organizzare laboratori creativi che forniranno idee e spunti per creare il murale identitario».

Quali sono i progetti che saranno realizzati in futuro?

«Nel 2025 vorremmo creare i murales di Lambrate e NoLo e dedicarci a molti altri obiettivi, non solo di muralismo, ma anche legati a monumenti e poster art».

Qui sopra, il murale “Cerutti” di via Bellini. Foto a destra, partendo da sinistra: Davide Toffolo, l'assessore Tommaso Sacchi, Marco Gortana e Alice Cosmai, Ufficio Arte negli Spazi Pubblici del Comune e curatrice di muralismo e street art. Foto di Lucia Sabatelli.
Qui sopra, il murale “Cerutti” di via Bellini. Foto a destra, partendo da sinistra: Davide Toffolo, l’assessore Tommaso Sacchi, Marco Gortana e Alice Cosmai, Ufficio Arte negli Spazi Pubblici del Comune e curatrice di muralismo e street art. Foto di Lucia Sabatelli.

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