Posate due pietre d’inciampo nel Municipio 6 per ricordare due deportati morti a Mauthasen

Posa in opera della pietra d’inciampo del deportato Luigi Bertacchi, al centro Alessandra Minerbi presidente del Comitato Pietre di inciampo  (foto C. Calerio)

Durante la mattina del 23 gennaio, sono state posate nuove pietre d’inciampo a Milano dal Comitato per le “Pietre d’inciampo“ di Milano. Dal 2017 a oggi saranno in tutto 224 pietre: piccoli monumenti, sempre più diffusi in tutta Europa (oltre 70mila) e in diverse città italiane, quali inciampi emotivi e mentali, non fisici, per mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista: uomini, donne e bambini deportati durante il nazifascismo e che non hanno fatto ritorno alle loro case.

Sono piccoli blocchi di pietra, 10 per 10 cm, ricoperti di ottone lucente e posati a terra davanti alle porte di casa di coloro che furono deportati e morirono nei campi di concentramento e di sterminio nazisti. Sull’ottone è inciso semplicemente il loro nome, la data di nascita, di arresto, il luogo della deportazione e la data di morte.

Le pietre d’inciampo (Stolpersteine in tedesco), furono ideate nel 1995 dall’artista tedesco Gunter Demnig per reagire a ogni forma di negazionismo e di oblio, fissando nella pietra i nomi di tutte le vittime del nazional-socialismo, perseguitate per i motivi più diversi: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali. “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome” questo è un passo del Talmud a cui si riporta Demnig per mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista davanti alle loro case, quali luoghi simbolo della vita quotidiana da cui furono strappati. Un invito a chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data.

Pietre d’inciampo nel Municipio 6

Anche nel Municipio 6 sono state posate due pietre d’inciampo: una in via Zumbini 39 dove abitava  Adriano Pogliaghi, partigiano arrestato nel marzo del 1944, deportato nel campo di concentramento di Mauthausen dove morì per denutrizione il 26 aprile 1945. L’altra in via Ludovico il Moro 81 davanti alla casa di Luigi Bertacchi  partigiano arrestato il 29 dicembre 1943, deportato anch’egli nel campo di concentramento di Mauthausen e morto nel sotto campo di Gusen l’8 maggio 1944. 

Le due cerimonie

Durante la cerimonia in via Zumbini 39, un gruppo di studentesse del Liceo Scientifico “Guglielmo Marconi”, che si erano recate lo scorso anno in visita a Mauthausen, ha esposto una ricerca storiografica effettuata sulla vita di Adriano Pogliaghi. Alessandra Minerbi, dal 2023 presidente del Comitato “Pietre d’inciampo“, studiosa e ricercatrice delle storie di coloro che sono scomparsi, ha narrato le biografie di entrambi i deportati, come a volerli riportare a casa, quale era l’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig.

Sono intervenuti alle due cerimonie nel Municipio 6 la Presidente del Consiglio Comunale di Milano, Elena Buscemi, che ha annunciato che il Comune di Milano deporrà una targa in via Larga per ricordare tutti i dipendenti comunali deportati e uccisi nei campi di concentramento; il Presidente dell’ANPI Provinciale di Milano Primo Minelli e la segretaria della Sezione ANPI Barona, Stefania Cappelletti; l’assessora Francesca De Feo in rappresentanza del Municipio 6

Studentesse del liceo Marconi che espongo la loro ricerca sulla vita di Adriano Pogliaghi (foto C. Calerio)

Per una lettura e ricerca della mappa delle Pietre d’inciampo: https://www.pietredinciampo.eu/mappa

Al centro Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale con la fascia tricolore, alla sua destra  Roberto Cenati dell’Anpi.

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