Simone Lunghi: «Cosa faccio? Mi prendo cura di periferie e senzatetto»

Simone Lunghi con il carico di bici recuperate dal Naviglio. Foto Andrea Cherchi.

Il presidente de “Gli Angeli del bello Milano” non solo ripulisce i Navigli dalla spazzatura: ma salta dalla canoa ai pattini e alla bici, riunendo decine di persone. «Perché – dice –, insieme si vive meglio»

Simone Lunghi con il carico di bici recuperate dal Naviglio. Foto Andrea Cherchi.
Simone Lunghi con il carico di bici recuperate dal Naviglio. Foto Andrea Cherchi.

È impossibile racchiudere Simone Lunghi in una definizione, sembra capace di sdoppiarsi, triplicarsi per le mille attività che pensa, realizza e indirizza. Milanese dell’Anno nel 2018, Ambrogino d’Oro nel 2021, ideatore e divulgatore nel programma di Telenova Sbarco in Lombardia. Istruttore di pazienti oncologiche, una delle anime de “Gli Angeli del bello Milano” – parte della rete nazionale di volontariato urbano – ma, per me, la sua impresa indimenticabile è stata la circumnavigazione dei canali che circondano la città. Lo fece con un Sup (Stand Up Paddle) e una bici pieghevole, una splendida Brompton.

Simone Lunghi pagaia sul Naviglio Pavese. Foto Andrea Cherchi.
Simone Lunghi pagaia sul Naviglio Pavese. Foto Andrea Cherchi.

Simone Lunghi, l’Angelo dei Navigli, è quel personaggio pazzesco che si presentò in pattini a ritirare l’Ambrogino d’oro. È quel matto che salta nel cerchio di fuoco prima di tuffarsi nel Naviglio a mezzanotte di un sabato di gennaio. Simone è stato intervistato dai quotidiani nazionali, da trasmissioni televisive, immortalato meravigliosamente da Andrea Cherchi (il fotografo che, tramite la sua pagina Facebook, regala Milano a chi non può vederla per limiti fisici, di età o distanza) in ogni situazione e contesto. Per me, è fonte di ispirazione da quando, istruttore alla Canottieri San Cristoforo, oltre all’uso della canoa insegnava a mio figlio, quand’era piccolo, a occuparsi di un canale meraviglioso. Tra una pagaiata e l’altra coinvolgeva i ragazzini a cui faceva lezione, raccogliendo bottiglie e pattume vario, lanciato da persone incivili nelle acque del Naviglio.

La pulizia del Naviglio e la Critical mass

In quel periodo Simone ha iniziato a raccogliere monopattini e biciclette dai fondali – oggi sono oltre mille -, rendendo l’attività così interessante fino al punto di portarlo a grandi passi verso riconoscimenti ufficiali.
Lunghi è, da sempre, parte della Critical Mass (dalla pagina Facebook “incontro occasionale di biciclette e ciclisti che si svolge tutti i giovedì dell’anno… Se ci sono abbastanza ciclisti, pattinatori, corridori, il gruppo diventa massa critica, una massa che può riprendere possesso di una strada e si può muovere in sicurezza”) e racconta che parte delle sue attività derivano da incontri, scambi e persone conosciute in quel contesto. «Sono entrato nella Critical Mass intorno al 2010, ho imparato molte cose e ho apprezzato ogni giro e molti degli incontri fatti in quelle occasioni. Nell’ago- sto 2013, non volendo aspettare il giovedì (la sera deputata – NdR), ho scritto sulla pagina Facebook “Chi c’è?” e ho scoperto che molte altre persone avevano voglia di trovarsi e muoversi, in bici, pattini o correndo. Abbiamo chiamato quegli incontri Limited Edition e aperto una pagina Critical Square. Nella Critical Mass non hai il controllo perché i numeri sono alti, la gente si aggiunge anche per strada o lascia durante il giro.

«L’accompagnammo a casa in 50…»

Una sera successe una cosa molto divertente: incontrammo una ragazza, in bici, che andava in direzione contraria. Le chiesi dove stesse andando e lei mi rispose che stava rientrando a casa. Ridendo le dissi che il nostro era un servizio gratuito per non lasciar pedalare le signore da sole, in città, di notte. A quel punto girammo tutti quanti nella sua direzione, manifestando la volontà di accompagnarla. Arrivati a destinazione ci chiese di aspettare, salì e fece la foto, dal balcone, di queste 50 persone sotto casa sua. Il giorno dopo uscì un articolo sul settimanale Io Donna in cui raccontava la vicenda».

Sopra e sotto Simone Lunghi mentre raccogli la spazzatura dal Naviglio. Fodo Andrea Cherchi.
Simone Lunghi raccoglie la spazzatura dall'acqua. Foto Andrea Cherchi.

La Befana dei senzatetto

Da questo piccolo, emblematico episodio le attività pensate e realizzate da Lunghi sono cresciute e si sono diversificate. Come, per esempio, portare di nascosto del cibo ai senzatetto la notte della Befana, lasciando i regali in silenzio, senza disturbare; ripescare più di mille biciclette dall’acqua del Naviglio; far tornare in auge le usanze come il Cimento invernale; o ancora ripulire e prendersi cura dei quartieri. Ed è proprio il “prendersi cura” di persone, fragilità e ambiente, il filo rosso che lega ogni attività di Simone, come lui stesso ci confessa: «Ormai ogni cosa che faccio per me, significa “prendersi cura” di qualcosa o di qualcuno. Alcuni dicono che sono egocentrico e hanno ragione, se lo intendono nel senso che cerco di fare cose che attirino più gente possibile. Poiché mi sembra che ci sia un’infelicità, vasta e diffusa, mentre invece quando si condividono attività che possono portare benefici collettivi si vive tutti molto meglio. Il mio, in fondo, è un appello e un aiuto che rivolgo a chi non ha l’aria di stare bene: le cose più belle, più importanti, più soddisfacenti si fanno insieme».

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