Associazione Borgo San Gottardo: un crowdfunding per rinascere

Una rappresentanza dei membri dell’associazione Borgo San Gottardo.

L’associazione della storica via si prepara a partecipare alla raccolta fondi che sarà lanciata dal Comune, con l’obiettivo di rendere più bello l’antico Burg de’ furmagiatt. Nel frattempo ingaggia gli studenti dello IED per dipingere la storia del quartiere sulle saracinesche di una dozzina di negozi

Una rappresentanza dei membri dell’associazione Borgo San Gottardo.
Una rappresentanza dei membri dell’associazione Borgo San Gottardo.

di Isa Bonacchi

«Il nostro sogno? Riqualificare corso San Gottardo. Per far conoscere uno spicchio di città ancora autentica e attirare milanesi e turisti. Offrendo loro shopping vantaggioso e attrattivo, ma soprattutto un borgo vitale e dalla forte carica umana». Così ci spiega Costantino Grimaldi, presidente dell’Associazione Borgo San Gottardo, nata un paio di anni fa con l’intento di riportare in vita la ex “Cento Botteghe” ormai sparita, e che oggi riunisce un centinaio di commercianti, artigiani e attività del corso, le cui attività si trovano tra piazza XXIV Maggio e viale Tibaldi.

Intento comune: valorizzare questa arteria che nasconde tesori e tradizioni della Vecchia Milano, ma che il resto della città ha sempre visto soltanto come una via commerciale, un po’ arruffata.

Per questo motivo il Borgo sta partecipando al nuovo bando lanciato da Palazzo Marino per il crowdfunding civico dedicato alle Alleanze di quartiere, nell’ambito del Programma triennale per l’economia di prossimità: il 50% delle risorse sarà raccolto tramite una piattaforma messa a disposizione dal Comune, che coprirà il restante 50% con un finanziamento a fondo perduto. Il risultato si conoscerà tra un paio di mesi.

«Oggi, il sogno di tutti noi che viviamo in questa via, è accedere alla piattaforma online e tagliare il traguardo dei 25mila euro necessari per il recupero», continua Grimaldi. Che la strada sia particolarmente attraente per i milanesi lo ha confermato, lo scorso 28 settembre, la manifestazione Cortili Aperti San Gottardo, organizzata da Municipio 5, Galleria&Friends e San Gottardo Social Street, per cui è fortemente richiesta una replica in autunno.

Un momento di Cortili Aperti
Settembre 2024 – Un momento di Cortili Apertil in corso San Gottardo.

In una sola giornata moltissimi visitatori sono andati alla scoperta di questi spazi, ben diversi da quelli famosi dei palazzi del centro, ma non certo meno affascinanti. «Le chiatte risalivano il Naviglio Pavese e scaricavano latticini nei magazzini dei furbi formaggiai prima di arrivare alla dogana di Porta Ticinese – racconta Guglielmo Landi, vicedirettore de il SUD Milano che conosce bene la storia della zona -. I magazzini si aprivano in grandi cortili dai doppi ingressi su lati opposti: quello sul Naviglio, per il rifornimento, e quello sulla strada per la vendita in bottega».

Se l’antico Burg de’ furmagiatt offre oggi vetrine con generi di ogni tipo e tante attività professionali e artigianali nei cortili, che rendono l’arteria estremamente appetibile per uno shopping autentico e di ottima qualità, qualcosa preoccupa l’associazione: «Le numerose manifestazioni di piazza ci danneggiano non poco, lasciando la via sporca e imbrattata di graffiti – comincia Grimaldi –. La fama negativa che arriva dalla movida della Darsena investe anche noi», continua Sara Benedetto, consigliera del Borgo; «Il rincaro degli affitti colpisce i negozi storici, obbligandoli a chiudere», aggiungono le altre consigliere Manuela Ferrazzo e Daniela Cremaschi.

È proprio sul primo punto che l’associazione vorrebbe lavorare, sperando nella riuscita del progetto di crowdfunding: «Abbiamo pensato che creando delle opere d’arte sui muri si possa attivare una sorta di rispetto per la via ed evitare che venga deturpata – spiega Sara –. Per questo abbiamo chiesto agli studenti dello IED, l’Istituto Europeo di Design, coordinati dalla docente Daniela Brambilla, di tracciare una sorta di storia-graffito che racconti i Navigli ai tempi della Darsena fluviale, dipingendola sulle saracinesche chiuse di una dozzina di negozi». Non basta: il progetto prevede anche l’installazione di piante sempreverdi ad alto fusto, come gli ulivi, per ingentilire il cemento con ciuffi di verde, creando un contrappunto con i cortili che nascondono spesso, fra i ballatoi e la rizzada di ciottoli, arbusti e rampicanti.

Il banchetto dell'associazione Borgo San Gottardo.
Il banchetto dell’associazione Borgo San Gottardo.

Quanto alla sicurezza, c’è un ottimo rapporto di collaborazione con le forze dell’ordine: «Questo è un quartiere residenziale e ci teniamo a distinguerlo dalla movida scatenata di Darsena e Navigli – spiegano le consigliere -. Pattuglie di poliziotti e Carabinieri in borghese esercitano qui un controllo discreto e costante, e circa 200 persone in chat possono chiamare direttamente il pronto intervento».

Gli aderenti all’associazione vogliono dimenticare i tempi duri del Covid, i lunghi e faticosi mesi di restauro delle rotaie del tram, le difficoltà per installare le luminarie di Natale oltre all’impossibilità di organizzare eventi per attirare il pubblico, compresa la sospirata Festa della via, una specie di miraggio per questi giovani commercianti. «Pare che non sia possibile sospendere il passaggio del tram nemmeno per una domenica – dicono delusi – costerebbe non meno di 40mila euro, una cifra per noi impossibile», mentre sarebbe importantissimo per valorizzare una Milano che non è il fashion, il design o l’industria, ma è ancora quella di tanti artigiani, artisti, bottegai; rivitalizzarne le attività commerciali che stanno purtroppo chiudendo per il rincaro assurdo degli affitti, e per facilitare l’inclusione di chi è arrivato da altri Paesi – soprattutto Cina e Bangladesh. Molti sono ancora diffidenti verso questa metropoli che qui pare quasi una cittadina di provincia. Nonostante gli sforzi di Matteo Zhu, imprenditore e seconda generazione di una famiglia immigrata, che si prodiga con gli amici del Borgo per realizzare finalmente la sospirata Festa della via.

La storia della Rosetta e la street art

«Un progetto a cui tengo moltissimo e che ha affascinato gli studenti», dichiara Daniela Brambilla, docente allo IED e promotrice dell’iniziativa a favore di corso San Gottardo. Con la direzione artistica di Wally, Walter Contipelli, apprezzato street artist milanese, il team di giovani è già attivo dallo scorso luglio nello studio di bozzetti e progetti che, con bombolette e colori acrilici, racconteranno storia e storie del quartiere su 12 saracinesche del corso. La ricerca di tante vicende che rischiano di venire dimenticate è affidata allo storico Fabio Berio, specializzato in Storia della mobilità: non solo episodi reali, legati ai tanti artigiani e al commercio fluviale, ma anche leggende, racconti e canzoni popolari. Come La povera Rosetta cantata pure da Nanni Svampa.

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