Alla scuola Wolf Ferrari la prima tappa di un percorso nell’arte e nella scienza, parte di un progetto biennale per bambini e insegnanti di Fondazione De Agostini e Università Bicocca

La giovane grande bellezza è colori, matite e immaginazione come strumenti alla base di una giornata di febbraio particolare alla scuola Wolf Ferrari dell’Istituto comprensivo Fabio Filzi, al Vigentino. Protagonisti i bambini della classe 3a B e il laboratorio di arte, promosso da MusEdu – arte e scienza tra scuola e museo, il progetto biennale di Fondazione De Agostini che propone alle scuole un percorso nella bellezza e nella conoscenza scientifica.
Una giornata all’insegna dell’autoconsapevolezza…
La mattinata in laboratorio della 3a B è stata all’insegna della percezione e della consapevolezza. I bambini si sono disposti attorno a grandi tavoli e hanno iniziato a intervistare i compagni seduti di fianco, chiedendo quali fossero le attività, i cibi e le passioni preferite. Quindi, con un filo di lana colorato, hanno misurato a spanne la testa del vicino. Con quella misura hanno cercato di riprodurre tutto il corpo: un braccio è due volte la testa, il busto è tre volte e così via.
La vera sfida era calcolare la proporzione giusta per disegnare tutto su un foglio A4. Ad aiutare i giovani studenti è arrivata Fiorella, tirocinante della Università Bicocca, che ha spiegato: «Una testa corrisponde alla grandezza di una vostra unghia, partite da lì per il disegno». Una volta terminate le misurazioni, sui disegni gli studenti hanno incollato un secondo foglio che, aprendosi, ha svelato i disegni delle preferenze e delle passioni raccolte nelle interviste.
… e dell’osservazione degli altri…
Le attività si sono poi basate sull’osservazione di sé e degli altri nello spazio. La prima ha riguardato la produzione di un autoritratto a occhi chiusi e senza mai staccare la penna dal foglio. Nella seconda i bambini si sono disegnati a occhi aperti: teste tonde, quadrate, occhi grandi o piccolissimi, bocche sorridenti o aperte o serie. La parte più complicata è stata la ricerca dei veri colori della pelle: non esiste la pelle rosa o il color carne. I bambini hanno mischiato i colori schiarendo, scurendo e facendo prove del miscuglio ottenuto con le tempere sulla propria mano per arrivare alla tinta più verosimile possibile. Ognuno ha il suo colore. Da lì è partita la fantasia dei capelli di fil di lana. C’è chi si è divertito facendoseli viola, blu, verdi e chi sparati per aria, a forma di cresta.
… per capire che siamo tutti unici e speciali
«Queste attività aiutano a creare consapevolezza di sé stessi e a mettersi nei panni del compagno o della compagna, portandoli a capire che ciascuno è unico e speciale», spiega Daniel, tirocinante in Scienze della Formazione dell’Università Bicocca, coinvolto nel progetto. Prima dei bambini sono stati gli insegnanti a mettersi in gioco, con matite e pennarelli, sperimentando e apprendendo con cartoncini, colla, tempere e fili sotto la guida di Egle Varisco, guida artistica, atelierista, ideatrice e conduttrice di percorsi e laboratori sull’arte e il libro, e Marco Testa, fisico, formatore, esperto di didattica laboratoriale e docente all’Università Bicocca.
«Abbiamo capito che i bambini sono guidati con più facilità dagli insegnanti che hanno già fatto il laboratorio perché possono meglio intervenire, laddove gli alunni trovino difficoltà», spiegano i due specialisti, che si sono occupati anche della formazione dei tirocinanti. «Ci siamo divertiti da morire, abbiamo passato due ore spensierate, mettendoci nei panni dei bambini – ha affermato entusiasta l’insegnante Graziella che la serata prima aveva partecipato al laboratorio coi colleghi -. Questo progetto educa i bambini al bello e alla cultura e dà loro strumenti di cambiamento». E non è finita: ultima tappa di MusEdu sarà una visita-laboratorio alla Pinacoteca di Brera e al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.