Era composto da 30 persone il gruppo che si è mosso sabato 15 marzo da piazza San Fedele, per la prima tappa della concatenazione che li porterà fino a Bergamo. 14 km per uscire dalla città e arrivare a Linate, prendere la metropolitana e tornare a casa, dandosi appuntamento per la seconda tappa, il 29 marzo, direzione Settala. Con la consapevolezza di aver intrapreso un cammino che non è il solito trekking, ma un’esperienza attraverso luoghi che nessuno (o quasi) penserebbe di percorrere. Magari passando accanto all’autostrada, sotto i ponti delle tangenziali, tra fabbriche, capannoni, campi coltivati e chiesette, portandosi a casa tante belle storie.
di Luisa Taliento

Sono a Milano ma nel weekend vorrei andare a Bergamo. Non l’ho mai vista, ma so che ci sono il Duomo e tante cose belle da visitare. Quindi prendo la macchina, imbocco l’autostrada e in 40 minuti o poco più arrivo. Giusto! Ma anche sbagliato. Perché c’è un altro modo per andarci, ed è a piedi, insieme a Gianluca Migliavacca, architetto e mountain leader, Carmelo Vanadia, guida escursionistica e interprete ambientale, con la passione per la fotografia, e Andrea Mezzani guida escursionistica. Sono loro le menti di Georama Esplorazioni Contemporanee, un laboratorio di escursioni creato nel 2022, che può anche portare all’altro capo del mondo, ma che preferisce far trovare quel senso di avventura semplicemente superando la porta di casa. Magari percorrendo a piedi quelle stesse strade che s’imboccano tutti i giorni in auto, in treno, con il bus, in modo automatico, con lo sguardo che si perde dal finestrino. La Milano-Bergamo, camminando a 4 km/h e non correndo a 130 km/h, acquista tutto un altro valore e svela agli occhi quello che spesso è invisibile.
Appuntamento in Duomo, a Milano
L’itinerario, è iniziato il 15 marzo da piazza San Fedele, a Milano, e si conclude il 7 giugno, in piazza del Duomo, a Bergamo, è organizzato un sabato sì e uno no. Un’esperienza molto particolare, che tutti possono affrontare (le tappe sono da 12 a 20 chilometri), con partenza da luoghi comodamente raggiungibili in treno o con i mezzi pubblici, e ritorno alla sera a Milano.
«Si può definire – come spiega Gianluca – una concatenazione di passi che unisce idealmente i due monumenti storici, ma che mette in mezzo tante avventure umane, naturali, culturali. Pochi immaginano, infatti, che a pochi metri dall’autostrada (il percorso è quasi lo stesso) si scoprono corsi d’acqua, fontanili, campi coltivati e lavoratori che arrivano da ogni parte del mondo. Quelli dall’Oriente, con i caschetti gialli, che sono impiegati nelle industrie siderurgiche e quelli da Bangladesh, Pakistan, India con il turbante perché appartengono alla comunità Sikh, che lavorano nei campi. E già quest’immagine rende l’idea di un’esplorazione geografica, sociologica, economica, che aiuta a comprendere come stia cambiando il mondo.

Esplorare il attraverso percorsi unici
Passo dopo passo si vedono capannoni, fabbriche, aziende che custodiscono anche scuole di alta specializzazione, come l’Athenaeum, che forma gelatai e tecnici del gusto. Passando di qui potrebbero chiedervi: “Volete assaggiare un gelato?”. E perché no… e poi si prosegue. Camminando da queste parti, si conosce la storia dei grandi nomi caseari, come Locatelli e Invernizzi, ma anche il senso della parola “distretti industriali”». Questo trekking è un’occasione per superare il classico concetto di cos’è “bello” e cos’è “brutto”, per molti, infatti, questo paesaggio potrebbe erroneamente rientrare nella seconda categoria. Ma siamo sicuri che salire sull’Everest, percorrere i sentieri in Liguria o sulle Dolomiti, attraversare le cittadine del Cammino di Santiago, faccia ancora parte della categoria del bello? Folla, resti di cibo, spazzatura, negozi di souvenir tutti uguali, li hanno trasformati da luogo dell’immaginario a luna park standardizzati. Meglio quindi cercare nuove rotte, paesaggi diversi, meno battuti, con un fascino tutto loro.

«E poi le opere d’arte e architettura sulla Milano-Bergamo, certamente non mancano – continua Gianluca – come i fontanili, cascine (anche se molte, ahimè, diroccate), chiesette di campagna di epoca quattrocentesca, il famoso Santuario della Madonna del Fonte, a Caravaggio, costruito nel 1451 appena fuori dal borgo. E non manca neanche la natura, quella agricola che cambia volto a seconda delle stagioni, sfilate di alberi, fiumi e laghetti, il volo degli uccelli migratori. È per questa ragione che noi di Georama desideriamo partire alla volta di luoghi lontani dall’immaginario preconfezionato ma vicini alla realtà. Una realtà fatta di comunità umane, culturali, vegetali, animali, tutte da conoscere, amare e ricordare. Esplorare è ancora possibile e a latitudini più prossime di quanto pensiamo».
