Sapessi com’è strano correre a Milano («Per portare al mare i ragazzi»)

Milano Marathon 2024 - Un gruppo di partecipanti della Comunità Oklahoma.

Andrea Cainarca, direttore di Comunità Oklahoma, luogo di crescita e inclusione che aiuta i ragazzi a diventare cittadini autonomi, racconta i runner più originali delle edizioni precedenti della Milano Marathon e invita a correre con loro anche il 6 aprile

Milano Marathon 2024 - Un gruppo di partecipanti della Comunità Oklahoma.
Milano Marathon 2024 – Sprint finale per un gruppo di partecipanti della Comunità Oklahoma.

di Andrea Cainarca (direttore della Comunità Oklahoma)

La maratona è una metafora della vita, anche quella di Milano è di 42 km. Come la vita non segue schemi sempre uguali, matematici, malgrado ti organizzi, ti prepari, ti convinci che ce la farai. Devi “personalizzare la tua partecipazione”, ma i ragazzi della Comunità Oklahoma già lo sanno molto bene…

Ormai sono dieci anni che l’Oklahoma ogni primavera corre alla Milano Marathon. Abbiamo iniziato con una o due staffette, arrivando l’anno scorso a coinvolgere centinaia di persone, che per una realtà come la nostra è già una vittoria. Quest’anno, per l’edizione 2025 che si correrà il 6 aprile, attraverso la pagina web di Rete del Dono vogliamo raccogliere i fondi per supportare le spese delle vacanze estive 2025 dei nostri ragazzi.

Dall’Egitto con furore

Handy, per esempio, si è presentato al secondo anno alla maratona nella quale siamo riusciti a fare una staffetta di ragazzi. Lui era uno dei quattro corridori, tutti egiziani. Handy ha vissuto in comunità con suo fratello gemello. Ancora più importante ricordare la sua impresa: si presenta con jeans tagliati con le forbici e mocassini, in mezzo a tutti i maratoneti milanesi, diciamo un po’ “fighetti”, tutti con pantaloncini attillati, magliette fosforescenti, scarpe all’ultima moda super performanti. Ha corso i suoi dodici chilometri con questo abbigliamento, che non so se avrà fatto storia, ma sicuramente ha lanciato un outfit davvero originale.

Andrea Cainarca con Georg Barsom ala Mlano Marathon, ragazzo passato da Oklahoma, oggi cuoco.
Andrea Cainarca con Georg Barsom alla Milano Marathon, ragazzo passato da Oklahoma, oggi cuoco.

Il gran fumatore

Poi ricordo “il buon Sofian”, un ragazzo marocchino, grandissimo fumatore. Lo coinvolgiamo e lui dice: «No, non ce la faccio neanche ad andare di corsa alla fermata del tram». Insistiamo: «Devi correre». Si presenta per fare il suo tratto da dieci chilometri, ma forse non eravamo stati abbastanza bravi a spiegargli il meccanismo della maratona. Arriva al punto di cambio e va avanti a correre e alla fine del percorso si è sparato ben 23 chilometri. Una mezza maratona, per un corridore senza preparazione è un super risultato.

Senza scarpe

Passiamo a Klodian, albanese, sempre per la serie “come ci si prepara a correre un evento sportivo”. Si iscrive a una staffetta di ex ragazzi, perché Klodian era già uscito dalla comunità al momento di partecipare. Arriva vestito di tutto punto. Sembrava dovesse andare a messa più che a una maratona. Esordisce con: «Dove posso comprare un paio di scarpe per correre?». Mentre noi aspettavamo il secondo frazionista va in giro alla ricerca di un negozio di sport. Fortuna vuole che trovi le scarpe, si presenta ai blocchi di partenza, lascia un sacchetto con i vestiti, le scarpe belle e inizia a correre. Dieci chilometri e, ovviamente, tante vesciche.

Il direttore della Comunità Oklahoma Andrea Cainarca con Walter Zavatti, ex residente della comunità e oggi runner solidale.
Il direttore della Comunità Oklahoma Andrea Cainarca con Walter Zavatti, ex residente della comunità e oggi runner solidale.

Il primatista

Veniamo al buon Mohammed Said, anch’egli egiziano, un supereroe. Diceva di volere spaccare il mondo e di stupire tutti. Si presenta per il primo tratto della staffetta. Parte. Corre. Arriva. Il giorno dopo su La Gazzetta dello Sport risulta il più veloce di tutti. Ci chiedono informazioni su di lui perché pare abbia registrato un tempo da primatista mondiale. Son tutti un po’ sbalorditi, perché ha battuto tutti atleti professionisti sponsorizzati da vari marchi sportivi. Ma come ha fatto? Non può aver preso la metro. Poi capiamo: in anticipo ai nastri di partenza, ha sentito lo sparo e non ha capito che era la partenza della maratona da 42 km. Il suo chip, che invece era quello delle staffette, ha iniziato a registrare i tempi nella gara dei professionisti, con una buona mezz’ora di differenza rispetto a quello reale. Svelato l’arcano, non fraudolento. Mohammed non voleva barare, ma ho dovuto inviare tante lettere di scuse ufficiali.

Per partecipare 

Quello che non manca mai alla Milano Marathon di Oklahoma è il desiderio di partecipare, di arrivare in fondo. Anche senza preparazione, metodo e abbigliamento appropriato. Insomma, «senza». L’unica cosa che hanno questi ragazzi è la propria storia e il gusto di vivere una sfida.

Tutte le informazioni per partecipare con noi alla Milano Marathon su: www.oklahoma.it

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