I milanesi che oggi hanno preso la M4 di San Cristoforo, Frattini, Solari, e della M2 a Porta Genova, hanno ricevuto le lettere scritte dai giovani soldati italiani durante il secondo conflitto mondiale e riprodotte in 5mila copie dal Municipio 6. A porgerle ai passanti sono stati gli attori della compagnia “Conca delle idee” vestiti da postini, con le divise d’epoca. «Ne abbiamo scelte quattro tra le migliaia inviate dal fronte a padri, madri, fidanzate, mogli, in quegli anni terribili di guerra – spiega Santo Minniti, presidente del Municipio 6 –. Sono solo alcune delle voci che nei giorni che precedono il 25 aprile, anniversario della liberazione dell’Italia dal fascismo, vogliamo far risuonare da un passato mai dimenticato, facendo conoscere ai milanesi alcune delle commuoventi parole scritte alle famiglie da questi giovanissimi soldati che non sono più tornati a casa».

Le lettere dei soldati dal fronte
“Amore mio, il sole qui sorge e tramonta su un campo di battaglia che non ci appartiene… Vorrei solo stringerti, guardarti negli occhi e dirti che tutto andrà bene. Ma la guerra non conosce promesse.” Francesco, soldato siciliano mandato in Albania, scrive nel marzo 1941 alla sua fidanzata. Non tornerà più, come gli oltre tre milioni di giovani soldati mandati a morire sui fronti della Seconda Guerra Mondiale.
Nella lettera del 19enne fucilato dai tedeschi nel febbraio del 1945, c’è scritto: “Papà, fratelli e parenti tutti, siate orgogliosi del vostro Bruno che muore innocente per la sua terra”. O le semplici, commuoventi parole di Mario, alpino, che il 1942 scrive alla mamma: “Questa forse sarà l’ultima volta che posso scrivere. Qui in Russia siamo allo stremo. Volevo solo dirti che ti voglio bene”.

I manifesti dell’oppressore fascista e nazista
Ma oltre alle lettere conservate nell’archivio dell’Istituto Pedagogico della Resistenza, Per far percepire il clima di oppressione che si viveva durante l’occupazione nazifascista il Municipio 6 ha organizzato anche l’affissione di quattro manifesti che i milanesi all’epoca trovavano effettivamente sui muri della città. Proclami, ultimatum e disposizioni alla popolazione e all’esercito, come l’”Ultimato” agli ufficiali, sottoufficiali e soldati di arrendersi alle forze armate tedesche il 12 ottobre 1943, o il coprifuoco imposto alla cittadinanza tutti i giorni, dalle 18.30 alle 6.30, pena l’arresto.
I manifesti saranno affissi in 264 postazioni nelle vie del Municipio e saranno un altro concreto mezzo per invitare i passanti a non dimenticare.

La storia non va riscritta
«La memoria va coltivata e preservata intatta, ancor di più in questi anni in cui l’ultradestra, e non solo quella, tentano di riscriverla. Ancora bruciano dichiarazioni di rappresentanti delle istituzionali che tentano di derubricare il dramma delle stragi e delle violenze fasciste. Quest’anno abbiamo deciso di rispondere in modo netto, contrapponendo a queste fantasie i documenti ufficiali: quelli con cui fascisti e nazisti opprimevano e vessavano il popolo italiano, prima della Liberazione». conclude Minniti.
Il 25 aprile evento “a sorpresa” in Darsena
E la Liberazione tornerà protagonista tra 10 giorni. Per il 25 aprile, il Municipio 6 ha infatti in preparazione un’altra importante sorpresa alla Darsena, sempre nel segno di un passato da ricordare, perché non torni mai più.