All’Arci Corvetto l’altra Resistenza: storia e memoria degli internati militari italiani

Soldati italiani imprigionati dopo l'8 settembre
Soldati italiani imprigionati dopo l'8 settembre
Soldati italiani imprigionati dopo l’armistizio dell’8 settembre, perché si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò .

Quanti italiani sanno che tra 1943 e 1945 circa 600.000 soldati italiani preferirono l’incognita dei lager piuttosto che continuare a combattere a fianco delle truppe fasciste della Repubblica sociale italiana o di quelle del Reich nazista? Pochissimi. Eppure si tratta, a livello planetario, della più grande forma di obiezione di coscienza mai avvenuta contro una guerra ingiusta. Una scelta pagata durante la prigionia con terribili privazioni e maltrattamenti e con circa 50.000 morti (assassinati o uccisi dagli stenti e dalle malattie); tante altre vittime ci furono nel periodo successivo, a causa delle malattie contratte nei campi di concentramento.

Si calcola che soltanto nell’area del Comune di Milano fossero residenti almeno 15mila soldati finiti nei campi nazisti, di cui più di mille deceduti nel corso dell’internamento. Tanto che nel Tempio Civico di San Sebastiano, a Milano in via Torino 28, è custodita dal 1970 l’urna dell’Internato Ignoto, giunta in città dalla Germania nel 1952 (accanto all’urna è esposta la bandiera storica di Anei, Associazione Nazionale Ex Internati nei Lager nazisti, Milano).

Per ricordare la storia degli Internati Militari Italiani (in tedesco Italienische Militärinternierte – Imi) l’Anei – sezione di Milano e il Circolo Arci Corvetto promuovono una serie di iniziative. Incominciate il 7 novembre scorso, continueranno fino al 13 dicembre 2024, nei locali del Circolo, in via Oglio 21 a Milano (MM3 Corvetto). La manifestazione varata da Anei e Arci, grazie al patrocinio e sostegno economico ottenuto dalla piattaforma del Comune di Milano Milano è memoria, si intitola L’altra Resistenza: storia e memoria degli Internati militari italiani.

Chi erano gli Imi?

Come già accennato, gli Imi sono stati una parte cospicua dei militari (ufficiali, sottufficiali e soldati) catturati dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, in Italia e su tutti i fronti di guerra. La grandissima maggioranza degli internati rifiutò le divise naziste e repubblichine, cosicché fu loro tolto lo “status” di prigionieri di guerra e venne attribuito quello di “internati militari”, in modo da privarli della protezione garantita dai trattati internazionali dell’epoca. Con la complicità di Benito Mussolini, furono rinchiusi in molti lager nel territorio del Reich e utilizzati nel lavoro coatto come “schiavi di Hitler”. Di certo, la scelta del “No” fu dettata da una coraggiosissima ribellione contro il fascismo, che aveva segnato la loro gioventù. Inoltre la decisione di rischiare la vita rimanendo nei lager fu un comportamento inequivocabile di Resistenza, una Resistenza passiva che privò le forze armate nazifasciste di centinaia di migliaia di combattenti. Per saperne di più: Rai Storia.

Il programma

Il 7 novembre scorso è stata inaugurata l’iniziativa – varata con l’appoggio di molte associazioni ed enti dell’area metropolitana milanese – nei locali del Circolo Arci Corvetto, con la presentazione di due mostre fotografiche sugli Imi, che resteranno esposte fino al 13 dicembre; una realizzata dall’Anpc (Associazione nazionale partigiani cristiani), un’altra dalla sezione di Rho dell’Anpi.

Sabato 23 novembre, dalle 9.30 alle 13.30, si svolgerà la conferenza intitolata L’odissea degli internati militari: la guerra, la deportazione, il ritorno, con interventi (nell’ordine) degli storici Valentina Villa (Università Cattolica di Milano), Marco Cuzzi (Università degli Studi di Milano) e Barbara Bracco (Università degli Studi di Milano Bicocca).

Mercoledì 27 novembre, dalle ore 9.30 alle 13.30, si terrà un workshop rivolto ai volontari di Arci Servizio Civile (ASC Aps). Venerdì 29 novembre, alle ore 21.30, spettacolo della compagnia teatrale Gurb, dal titolo Le scarpe mi stanno strette. L’ingegno degli Imi nei campi di prigionia. Infine, venerdì 13 dicembre, alle ore 21, ci sarà una performance teatrale di Sveva Tedeschi (figlia del grande attore milanese Gianrico Tedeschi, ex Imi) dal titolo Quando recitare nel lager era questione di vita o di morte. Seguiranno alcune brevi testimonianze di iscritti ad Anei Milano.

Per informazioni:  anei.imi.milano@gmail.com; corvettoarci@gmail.com; facebook/anei.milano; arcicorvetto.wordpress.com

di Marco Brandi
Presidente Anei Milano

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