Non c’è stato alcun urto “iniziale”. Questo, secondo quanto pubblicato dall’agenzia di stampa Agi, è quanto afferma il consulente della Procura Marco Romaniello, incaricato della perizia cinematica per stabilire se la moto guidata da Bouzidi Fares, su cui era trasportato Ramy Elgaml, deceduto a notte del 24 novembre, dopo un lungo inseguimento da parte di un’auto dei Carabinieri.

Cosa dice la Perizia della Procura
Secondo la perizia “L’attenta analisi ed il confronto dei due video delle telecamere comunali tra le vie Ripamonti, Quaranta e Solaroli dimostra che non è possibile che sia avvenuto alcun contatto preliminare tra i due mezzi nella zona di non copertura delle due telecamere, come erroneamente ipotizzato all’interno del report della Polizia Locale di Milano”. La morte del giovane egiziano è dovuta, come “concausa”, all’impatto contro il palo del semaforo, posto all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, a cui si aggiunge: “Il fatto che il corpo del trasportato sia stato investito dall’autovettura Giulietta e tale circostanza è chiaramente confermata dalle plurime lesioni connesse a una modalità contusiva da compressione da parte di una superficie ampia e resistente, in particolare quelle a livello del torace con estese e polidistrettuali fratture e sfacelo polmonare e dell’addome con dislocazione dei visceri e sfacelo di alcuni di essi causate quindi da uno schiacciamento fra due superfici (fratture costali, sfacelo viscerale), è estremamente difficile risalire alle modalità esatte di investimento delle relative parti del corpo, in ragione del fatto che questo è stato spostato per poter consentire i primi soccorsi”.
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