The Purple Bird del poliedrico Bonnie “Prince” Billy

Will Oldham, da Lousville, singer-songwriter nato nel 1970, ha una lunga e prolifica carriera musicale, durante la quale ha pubblicato una trentina di album, senza contare gli Ep (extended play). Il suo percorso è stato suddiviso tra i diversi pseudonimi Palace, Palace Brothers, Palace Songs, mentre nelle opere più recenti ha alternato il suo nome di battesimo e l’identità di Bonnie “Prince” Billy, il tutto condito da una notevole serie di collaborazioni tra i più svariati artisti e progetti.
Questo nuovo lavoro è particolare, visto che dei dodici brani ben sette sono scritti assieme a diversi musicisti della scena di Nashville, i cui nomi peraltro sono tutti presenti nella Nashville Songwriters Hall Of Fame, cosa che ovviamente dà una forte impronta country a tutto l’album. Splendida è l’iniziale Turned To Dust (Rolling On) con un ritornello che ti rimane subito in testa, London May è uno dei quattro brani scritti da solo ed è di una bellezza melodica incredibile. Boise, Idaho delicata ed elegica, è a mio avviso il brano migliore del disco, che comunque continua sempre ad alto livello con canzoni come The Water’s Fine dai forti e brillanti profumi bluegrass, la delicata pianistica New Water e c’è anche una bella rilettura di Is My Living In Vain? delle Clark Sister. The Purple Bird è un lavoro prezioso, decisamente emozionante, di grande atmosfera, che conferma Bonnie “Prince” Billy tra i migliori artisti degli ultimi anni.
Dwight Yoakam torna a suonare con Brighter Days

Ventunesimo album a 68 anni per Dwight Yoakam, che esce però dopo ben otto anni di assenza, a causa principalmente di una disputa legale con l’ex casa discografica Warner per fortuna finalmente risoltasi. E questo silenzio sembra aver fatto bene all’artista che si presenta in gran forma e che qua continua il percorso con il suo country decisamente “moderno”, fresco e scintillante.
Tra i quattordici brani dell’album sono da segnalare la brillante byrdsiana Wide Open Heart, che è anche il singolo dell’album, le deliziose ballate A Dream That Never Ends e Hand Me Down Heart. Non manca uno scatenato honky-tonky con Time Between e un altro momento davvero notevole con il brano If Only con profumi pop e tanta energia e brillantezza. Ci sono anche un chiaro tributo ad uno dei suoi idoli, Elvis Presley, in I Spell Love, la riuscita ripresa di un brano dei Cake, Bound Away, e quella di un grande classico della tradizione country, Keep On The Sunny Side della Carter Family, qui, dopo l’iniziale intro a cappella, in una trascinante versione. Un disco che sprizza gioia, entusiasmo, vibrazioni ed energia. Ben tornato e grazie Dwight Yoakam, ci mancavi.
