L’intervento immobiliare sorgerà al posto del concessionario dismesso. Previsto un intervento di riqualificazione della via
Benedetti dal Pgt, Piano di Governo del Territorio, costruiti in aree dove preesistevano attività commerciali o artigianali senza occupazione – almeno in questi casi – di ulteriore suolo, i nuovi insediamenti stanno modificando la conformazione della nostra città. È così anche per l’intervento che sorgerà sui due lotti dismessi, tra via Ettore Ponti e via Tosi, dov’era situato l’edificio di un rivenditore di automobili.
Qui sorgeranno due edifici di 8 piani sul lato Ettore Ponti, due di 4 piani all’interno del lotto e due di 6 piani su via Tosi. La consegna dei 140 appartamenti è prevista per il 2025.
La riqualificazione
Dopo una prima bocciatura del progetto da parte della Commissione per il Paesaggio del Comune di Milano, la proprietà ha accelerato l’ottenimento delle concessioni edilizie ed è recente il parere favorevole che il Consiglio del Municipio 6 ha deliberato sull’intervento di riqualificazione di via Ettore Ponti, a scomputo degli oneri di urbanizzazione del nuovo complesso. La proposta avanzata dalla proprietà prevede nuove superfici verdi con piante di prima grandezza, due piste ciclabili mono direzionali protette, parcheggi a pettine su un lato della strada e in linea sull’altro, un nuovo e più sicuro attraversamento nei pressi del civico 17, in corrispondenza del villaggio Barona, una nuova e più efficace illuminazione. Particolare riguardo avrà il rifacimento della via, dove verranno ridimensionate le carreggiate a una sola corsia per senso di marcia. L’intervento si inserirà nel progetto di ammodernamento dell’asse viario che da via Enna-Chiodi, passando per via Tobagi e via Ponti, porta in circonvallazione. Obiettivo una maggiore sicurezza stradale e della mobilità dolce. Ai tecnici Atm resterà l’onere di risolvere l’annoso problema dell’attraversamento dei mezzi pubblici all’incrocio tra via Ponti e via Binda.
Il commento
Ogni nuovo intervento sul territorio prefigura diverse ricadute. Per differenti sensibilità, due appaiono le più sentite. In una città come Milano un nuovo complesso residenziale comporta in modo lineare ulteriori veicoli circolanti. Nel rispetto della legge Tognoli che impone, per il rilascio dei permessi di edificazione, di riservare aree a parcheggio nella misura di un metro quadrato per ogni dieci metri cubi di costruito, il nuovo intervento edilizio di via Ponti non garantirà un parcheggio per ogni appartamento. Ciò si tradurrà con un aumento sensibile di veicoli parcheggiati in strada. Ma il problema non si pone ora, la pressione di veicoli parcheggiati nelle strade limitrofe è circoscritta. La questione si riproporrà più avanti in zona Barona se il processo, piuttosto accelerato, di edificazione su suolo in precedenza utilizzato da attività commerciali o artigianali, proseguirà con lo stesso ritmo attuale.
E qui si innesta un altro problema, più insidioso e lacerante per il tessuto sociale della zona. Da piazza delle Milizie a viale Cassala, da via Binda a via Pestalozzi per arrivare a via Ponti, le aree che insistono in questa porzione di territorio sono state concesse a interventi di edilizia libera, aperte al solo libero mercato. Ognuno di questi complessi residenziali hanno un denominatore comune, ovvero una superficie complessiva lorda racchiusa nell’edificato inferiore ai 10mila mq che, per delibera comunale, non impone ai costruttori la previsione di alcuna quota di edilizia convenzionata. In un contesto come quello milanese ciò si traduce nel favorire spirali speculative applicate ai canoni di affitto sempre più sostenuti da affittuari non residenti; una prospettiva di affitti più cari, una città sempre meno inclusiva e sempre più povera di relazioni sociali.