Un cortile della Cascina Monterobbio. Foto del Comitato Salviamo Cascina Monterobbio.
Il Comitato “Salviamo Cascina Monterobbio” ha organizzato a fine maggio una mattinata di fitto lavoro, presso il Cam di via S. Paolino, per elaborare proposte di utilizzo della cascina, in vista del prossimo bando, previsto per l’estate (siamo al terzo, i precedenti non sono andati a buon fine) per il recupero dell’antica struttura, che versa in condizioni di parziale degrado da molti anni.
Erano presenti i rappresentanti di molte associazioni, comitati, docenti delle università Iulm e Politecnico, gli assessori del Municipio 6 Fabrizio Delfini (Urbanistica, Ambiente e Verde) e Francesca De Feo (Cultura). Un questionario lanciato on line dal comitato (ancora aperto sul sito) ha rivelato che i cittadini vorrebbero che la cascina diventi un luogo per giovani, anziani, bambini, soggetti fragili e studenti. Le attività più votate sono state quelle sociali e culturali, i partecipanti al sondaggio hanno indicato come auspicabili anche l’avvio di cinema all’aperto, un mercato a Km 0, orti condivisi e la presenza di un punto bar e ristorazione.
Su queste basi si è svolto un workshop, su tre tavoli tematici, dedicati ad ambiente, sociale e cultura, provando a immaginare il futuro della Monterobbio. Sono emerse sollecitazioni sulle caratteristiche della cascina, il suo rapporto con la Barona che sta cambiando, il Parco agricolo Sud Milano e le aree verdi limitrofe, la vicinanza alla stazione M2 Famagosta dove sta sorgendo la torre Porta Sud, adiacente alla A7 Milano-Genova.
Altro aspetto importante discusso, il ruolo della cascina come spazio per servizi alla collettività: giovani e anziani, disabili e come luogo polifunzionale d’incontro e attività sociali. Ma anche come luogo di cultura artistica e di cultura agricola.
I lavori del workshop e l’esito dei sondaggi saranno condensati in un documento redatto dal Comitato che verrà inviato al Municipio 6 e all’assessore all’Urbanistica del Comune Giancarlo Tancredi.
Per informazioni: www.cascinamonterobbio.com
Quanta storia tra queste mura La prima testimonianza dell’esistenza della cascina Monterobbio risale a un censimento del 1597, in cui risulta di proprietà delle Monache di Fonteggio di Santa Maria in Chiesa Rossa, insieme con le aree agricole circostanti che collegavano i due complessi. Esiste traccia di una galleria sotto il Naviglio Pavese, che univa i due ordini monastici di Chiesa Rossa e Monterobbio, ora murata. Nelle stesse aree esisteva un bosco sacro di querce Mons Robur (Monte Quercia) da cui si fa risalire il nome della cascina. Di proprietà del Comune dal 1959, la cascina è stata dichiarata di interesse storico e artistico da Regione Lombardia. È provato che vi abbiano soggiornato Napoleone Bonaparte e il pittore Hayez, che è ritenuto l’autore degli affreschi presenti. Secondo alcune fonti il proprietario della cascina avrebbe in parte coperto i dipinti e si sarebbe rifiutato di pagare il pittore perché insoddisfatto dell’opera. |