Il progetto prevede la realizzazione di una Galleria panoramica polifunzionale al posto del terzo anello, in grado di accogliere i servizi richiesti dalle squadre. I lavori sarebbero realizzati senza fermare le partite
San Siro oggi. Foto Andrea Cherchi.
Sono ormai diversi anni che Riccardo Aceti, ingegnere strutturista, professore a contratto al Politenico di Milano e Nicola Magistretti, ingegnere civile, esperto di project-construction management promuovono la riqualificazione dello stadio San Siro-Meazza. «Nel 2016, quando San Siro doveva ospitare la finale di Champions League tra l’Atletico Madrid e il Real Madrid, facemmo una tesi di laurea con gli studenti del Politecnico – spiega l’ingegner Aceti –. L’obiettivo era da un lato far emergere le criticità dello stadio e dall’altro le possibilità di intervento per un miglioramento dell’accessibilità, dei servizi e per inserire nell’impianto esistente una serie di funzioni per il tempo libero, culturali e commerciali. Da questo primo studio, molto preliminare, a partire dal 2019, quando si è iniziato a parlare di abbattimento del Meazza e di un nuovo stadio per Milan e Inter, con l’ingegnere Magistretti abbiamo iniziato ad approfondire lo studio sia da un punto di vista tecnico costruttivo che finanziario economico – continua l’ingegner Aceti –. Tenendo conto, oltre che dei servizi necessari per uno stadio moderno, anche di come riqualificare e riammodernare la struttura».
«Abbiamo incontrato tutti i partiti, parlato con comitati, giornali e televisioni – gli fa eco l’ingegner Magistretti –, l’anno scorso abbiamo partecipato anche al dibattito pubblico sostenendo che San Siro non va abbattuto. Noi non siamo “bastian contrari”, il lavoro che stiamo portando avanti dimostra che è assurdo demolire San Siro, perché può essere riqualificato, soddisfacendo tutte le esigenze della città, delle squadre e dell’ambiente».
Una posizione che di fatto non è mai stata presa in considerazione da Inter e Milan, né dal Comune, ritenuta non praticabile perché porterebbe alla chiusura per anni dello stadio.
«Non è così però – prosegue Magistretti – come non è vero che nel nuovo stadio non ci sarebbero spazi sufficienti per le altre funzioni».
Come si può riqualificare lo stadio e allo stesso tempo far giocare Inter e Milan?
Aceti: «Si lavora per spicchi, attraverso un intervento per fasi e cantierizzazioni parziali. Come è avvenuto in moltissimi altri stadi».
Da dove si parte?
Aceti: «Prima di tutto dai lavori di riammodernamento sul primo e secondo anello, necessari per ospitare le manifestazioni di Milano-Cortina 2026 e la finale di Champions League del 2026, che possono essere realizzati coerentemente con il progetto di riammodernamento dello stadio. Si sistemano i servizi igienici e si fa un generale restyling, ma soprattutto si utilizzano le sottotribune del primo e secondo anello, che attualmente sono spazi vuoti, che possono essere trasformati in spazi per il tempo libero, commerciali, per la ristorazione o lo sport. Si tratta di circa 35mila metri quadri, a disposizione delle squadre e della città. Tutto questo nel rispetto del vincolo sul secondo anello della Sovrintendenza».
E il terzo anello?
Aceti: «Il terzo anello, che ora occupa tre lati dello stadio, viene smontato mantenendo le torri e le strutture portanti, per fare spazio alla Galleria panoramica polifunzionale, una struttura prefabbricata completamente chiusa su due livelli, che a parità di portata, mette a disposizione delle squadre altri 30mila metri quadri per servizi, sale convegni, ristoranti e quanto altro possa essere interessante per gli spettatori. Sul lato di via dei Piccolomini, si costruisce uno spazio coperto, che può essere destinato ad altri servizi e tribunette per spettatori. Secondo i nostri calcoli tra terzo anello completato su quattro lati, interventi su primo e secondo, arriviamo a una capienza di 70mila spettatori e 80mila mq per i servizi, numeri che corrispondono alle richieste delle squadre. Rimarrebbe comunque la possibilità per il Comune e le squadre di valutare la sistemazione dell’area circostante San Siro, con del verde ma anche con servizi, in modo intelligente e certamente meno impattante».
L’attuale copertura del terzo anello di San Siro. Foto Andrea Cherchi.
Come avviene lo smontaggio del terzo anello?
Magistretti: «Ci siamo confrontati con società specializzate in demolizioni, che hanno confermato le nostre osservazioni. I lavori possono partire durante i mesi estivi, appena conclusa la finale di Champions League, lavorando su tre turni, sette giorni su sette. Si recupera il calcestruzzo delle solette, così come molta parte del resto del materiale, facendo pochissima polvere perché si tratta di prefabbricati. Concluso lo smontaggio, sempre a spicchi si procede alla costruzione del nuovo terzo anello, senza impedire l’uso da parte delle squadre. Anche in questo caso abbiamo avuto contatti con esperienze internazionali simili. Ci siamo sentiti diverse volte con la società spagnola di ingegneria e costruzioni Aysa, che sta completando il Bernabeu a Madrid, lavorando durante la settimana e consentendo le partite. D’altronde senza andare troppo lontano, ricordo che l’attuale terzo anello è stato costruito completamente, torri incluse, tra l’88 e il ’90, senza impedire una partita».
Tempi e i costi stimati?
Magistretti: «Per la riqualificazione di San Siro abbiamo stimato un costo di 350 milioni di euro, inclusi tutti gli interventi per la sostenibilità ambientale, che è circa la metà delle spese preventivate dalle squadre per realizzare il loro stadio fuori Milano. Anticipando una parte dei lavori sul primo e secondo anello a prima delle olimpiadi invernali, e procedendo con la realizzazione della Galleria panoramica polifunzionale subito dopo possiamo avere pronto lo stadio per il campionato 2028-2029».
Quali sono i vostri prossimi passi?
Magistretti: «Abbiamo messo il nostro studio a disposizione della città, vediamo cosa succede. Ci conforta sapere che l’opinione pubblica è dalla nostra parte. Prima dell’estate un sondaggio di Radio Popolare indicava che il 90% dei milanesi è per la riqualificazione. Partiamo da qui».
I RENDERING DELLA GALLERIA POLIFUNZIONALE REALIZZATI DAGLI INGEGNERI ACETI E MAGISTRETTI