Il 29 maggio 2024, ore 16.30, arriva a Milano l’ultima tappa per il dialogo con i candidati alle Elezioni europee 2024 all’interno dei campi rom e sinti promossa dall’associazione Roma for democracy.
Con una comunità che conta circa dodici milioni di persone, i romaní sono la minoranza più numerosa d’Europa, ma solo la metà di loro ha una cittadinanza riconosciuta. Per avere un termine di paragone, si tratta di una popolazione che supera di un milione e mezzo quella del Portogallo.
In Italia rom e sinti sono più di centomila. In vista delle elezioni europee che in Italia si svolgeranno i prossimi 8 e 9 giugno l’associazione Roma for democracy, con il Movimento Kethane Rom e Sinti per l’Italia, ha lanciato un percorso in tre tappe per contribuire al dibattito sulle grandi questioni Europei, invitando i candidati a un dialogo all’interno dei campi rom e sinti.
“La comunità rivendica la partecipazione dei suoi elettori rom e sinti al processo democratico, perché l’Unione europea oggi più che mai non può permettersi di trascurare il potenziale dei suoi cittadini esclusi e delle sue minoranze tenute ai margini”, spiega Roma for Democracy.
Il primo appuntamento è stato 16 maggio a Bologna con un corteo e un dibattito in cui erano presenti il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e i candidati alle elezioni europee Paolo Bernini (Movimento 5 Stelle), Jessica Todaro Bellinati(Alleanza Verdi Sinistra) e Umberto Costantini (Azione).
Tribuna politica nel campo rom di via Chiesa Rossa, Milano
Il percorso ha proseguito con un’altra tappa fondamentale: una tribuna politica all’interno del campo rom e sinti di Roma, effettuata lo scorso 23 maggio). La prossima tappa è a Milano mercoledì 29 maggio, ore 16.30 presso il Villaggio delle rose, campo rom di via Chiesa Rossa 351, con Adela Militaru (Roma for democracy) che presenta il Manifesto Transnazionale della Comunità Romanì per l’Europa a cui segue la Tribuna elettorale con i candidati al Parlamento Europeo con Jessica Todaro (Alleanza Verdi Sinistra) e Cecilia Strada (Partito democratico). Modera Dijana Pavlovic (Movimento Kethane).
Roma for democracy “invita i candidati alle elezioni europee a dialogare, all’interno dei campi rom e sinti, sulle grandi questioni decisive per il futuro dei cittadini europei e per il riconoscimento del popolo rom e sinti come parte integrante dell’Unione Europea”.
“La non-partecipazione al voto crea un divario tra la politica e i cittadini che non vengono rappresentati e di conseguenza si sentono esclusi e traditi. L’obiettivo è quello di proteggere la democrazia attraverso la partecipazione politica, per non lasciare spazio alle forze anti-democratiche”, spiega Roma for Democracy.
“In questo momento turbolento l’Unione europea richiede il contributo di tutti i suoi cittadini europei, che Rom e Sinti sono pronti a dare, invertendo la tendenza per la quale ormai da decenni le minoranze, oltre a essere facili vittime di pratiche antidemocratiche, sono del tutto escluse dal processo democratico e decisionale, come reso evidente dalla loro totale assenza nelle istituzioni”.
Il percorso proseguirà con altre due tappe fondamentali: due tribune politiche all’interno di due campi rom e sinti di Roma (via Gordiani, il 23 maggio) e Milano (via di Chiesa Rossa, il 29 maggio). Roma for democracy “inviterà i candidati alle elezioni europee a dialogare, all’interno dei campi rom e sinti, sulle grandi questioni decisive per il futuro dei cittadini europei e per il riconoscimento del popolo rom e sinti come parte integrante dell’Unione Europea”.
“La non-partecipazione al voto crea un divario tra la politica e i cittadini che non vengono rappresentati e di conseguenza si sentono esclusi e traditi. L’obiettivo è quello di proteggere la democrazia attraverso la partecipazione politica, per non lasciare spazio alle forze anti-democratiche”, spiega Roma for Democracy.
Purtroppo molti rom e sinti continuano a essere discriminati e oggetto di razzismo, dovuta anche alla mancanza di inclusione delle comunità rom nelle nostre società, una cicatrice sulla coscienza degli europei, e la UE non ha fatto abbastanza per sostenerli, nonostante avesse proclamato una serie di obiettivi sui progressi minimi, da raggiungere entro il 2030, fornendo orientamenti agli Stati membri su come realizzarli.
“La Commissione europea deve innovare e diffondere un messaggio di positività volto alle società europee, in modo che la stigmatizzazione e il razzismo vengano piuttosto messe in ombra dalle storie di successo, possibilità e speranza. Solo così il lavoro dei governi non sarà vano” (Věra Jourová, vicepresidente della Commissione europea ai valori e alla trasparenza)