Il progetto di costruzione di un nuovo stadio per l’AC Milan nell’area San Francesco di San Donato Milanese entra nel vivo con l’avvio delle bonifiche del terreno. L’operazione, preliminare alla realizzazione dell’impianto sportivo, ha però sollevato numerose critiche e preoccupazioni, soprattutto da parte di ambientalisti e residenti della zona. La vicenda della diffida del Wwf a San Donato evidenzia il ruolo cruciale delle organizzazioni ambientaliste nel difendere il territorio e la biodiversità. Attraverso azioni legali e iniziative di sensibilizzazione, il Wwf e altre associazioni si battono per garantire un futuro più sostenibile per il pianeta.
Interviste a Giorgio Bianchini, presidente WWF Sud Milano, e Fabio Songa, rappresentante del “Comitato di Chiaravalle”
Al centro delle contestazioni vi è la questione ambientale. L’area interessata dai lavori, infatti, ricade all’interno del Parco Sud di Milano, un’ampia zona verde tutelata dal Piano Territoriale Regionale. Le bonifiche, seppur necessarie per eliminare eventuali contaminazioni del suolo, destano preoccupazione per il possibile impatto sull’ecosistema locale, con il rischio di danneggiare flora e fauna. Il Wwf ha presentato una diffida al Comune di San Donato, contestando l’autorizzazione concessa per le bonifiche e chiedendone la sospensione. L’associazione ambientalista lamenta la mancanza di adeguate valutazioni d’impattoambientale e la scarsa trasparenza nel processo decisionale.
Il dibattito acceso che circonda il progetto dello stadio di San Donato evidenzia la complessità di coniugare sviluppo urbanistico e tutela ambientale. Da un lato, il club rossonero e l’amministrazione comunale vedono nel nuovo stadio un’occasione di riqualificazione urbana e di sviluppo economico per la zona. Lo stadio, da 70mila posti, sarebbe inserito in un complesso che comprende anche un centro commerciale, un museo del Milan e un’area verde. I benefici promessi includono la creazione di nuovi posti di lavoro, l’incremento del turismo e la valorizzazione del territorio. Dall’altro, le ripercussioni ambientali e sociali dell’opera non possono essere sottovalutate.
Anche i residenti della zona si sono mobilitati contro il progetto, organizzando proteste e raccogliendo firme per una petizione. Le loro preoccupazioni riguardano principalmente l’aumento del traffico e dell’inquinamento, il diminuito accesso al verde pubblico e l’impatto negativo sulla qualità della vita.
Il futuro del progetto è ancora incerto. Le autorità competenti dovranno valutare attentamente le diverse posizioni in gioco e trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo e la tutela dell’ambiente e del territorio. La bonifica in corso rappresenta il primo passo concreto verso la realizzazione dello stadio, ma il percorso appare ancora lungo e costellato di ostacoli.
Quindici persone per proteggere l’ecosistema e il territorio, in una zona completamente abbandonata, degradata, circondata da pali dell’alta tensione, ferrovie e strade ad altissimo scorrimento.
Certe associazioni avrebbero una qualche credibilità se si concentrassero su cose serie, invece di perdere la faccia in queste battaglie stupide.