Domenica 16 giugno alla chiesa di San Barnaba in Gratosoglio la storica realtà di soccorso ha festeggiato il 40° anniversario della fondazione alla presenza di due vescovi e di molti volontari
I festeggiamenti per il quarantesimo anniversario di Misericordia Milano e per la sua presenza nel quartiere di Gratosoglio hanno avuto il culmine nella Messa di domenica 16 giugno alle 10.30, nella chiesa di San Barnaba in Gratosoglio. I volontari, nelle loro tipiche divise gialle e azzurre, erano presenti in gran numero nelle prime panche della chiesa; alcuni di loro hanno proclamato le letture, letto le preghiere dei fedeli e partecipato alla presentazione dei doni.
Nel suo saluto iniziale, don Fabio Fantoni, Correttore spirituale di Misericordia Milano e Lombardia, ha apprezzato l’accoglienza ricevuta anche a nome di monsignor Giuseppe Vegezzi, Vicario episcopale per la Zona pastorale I della diocesi di Milano (che copre la città di Milano), che presiedeva la celebrazione, e di monsignor Franco Agostinelli, Correttore spirituale delle Misericordie d’Italia, concelebrante insieme allo stesso don Fantoni. Ha quindi elogiato «il vostro modo di essere comunità», vissuto anche nell’incontro, svolto il giorno precedente, con i volontari di Misericordia Milano.
Monsignor Vegezzi ha basato la sua omelia principalmente sul brano del Vangelo secondo Matteo, previsto dalla liturgia del giorno, che conteneva due parabole: quella comunemente detta degli invitati a nozze e quella dell’uomo trovato senza l’abito nuziale. «Il regno dei cieli si costruisce qui sulla terra quando compiamo un gesto squisitamente evangelico», ha affermato; un gesto come tutti quelli che i volontari di Misericordia attuano a servizio degli abitanti di Gratosoglio.
Nella seconda parabola, solo apparentemente in contrasto con la precedente, ha invece visto un invito a mettersi d’impegno e cambiare: «Nella vostra associazione», ha dichiarato rivolgendosi di nuovo ai volontari, «si compie questo adeguamento allo stile del Signore Gesù di servire, amare, mettersi a disposizione».
Dal brano della prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi, anche questo letto durante la Messa, monsignor Vegezzi ha tratto un interrogativo sul vero senso della giustizia e su come esercitarlo nel quartiere e nella città. I cristiani sono chiamati in modo particolare a esercitare la giustizia, anche quando «sembra che la nostra società preferisca il nulla dell’esistenza».
Sulla scia di queste considerazioni si è mosso, nel suo saluto conclusivo, monsignor Agostinelli, il quale ha sottolineato come il cammino della Fraternita di Misericordia non sia mai staccato dal contesto sociale e dal luogo in cui i membri si trovano a operare. A loro spetta una doppia preparazione: tecnica e professionale da un lato, perché «le persone hanno diritto di trovare in voi qualcuno che le aiuti nel momento del bisogno»; spirituale dall’altro, per maturare il giusto stile di compassione e di presenza. Lasciando la parola a monsignor Vegezzi per la benedizione finale, ha rivolto il tradizionale saluto delle Misericordie: «Che il Signore vi renda merito per quello che siete e per quello che fate». «Quaranta è il numero biblico che dice la completezza», ha aggiunto l’altro vescovo, augurando ai volontari di andare oltre questa completezza.
Sul piazzale fuori dalla chiesa di San Barnaba si è infine svolta la benedizione della nuova ambulanza acquistata da Misericordia Milano, conclusa col suono della sirena in segno di festa. Sempre fuori dalla chiesa, i volontari hanno offerto un aperitivo, spostandosi poi all’oratorio di San Barnaba per il pranzo e un momento commemorativo della loro attività.
Articolo di Emilia Flocchini