Secondo la teoria dei sistemi complessi, l’intelligenza globale è l’interazione organizzata di numerosi individui non consapevoli delle loro azioni, in grado di creare un sistema che dimostra intelligenza. Ovvero la capacità di un soggetto singolare o plurale, sia esso persona, animale, pianta o altro, di reagire in modo sensato agli stimoli ambientali ed evolvere, basandosi su una o pochissime regole basilari, che producono una moltitudine di comportamenti complessi e imprevisti dai singoli individui.
L’esempio chiarificatore di questa particolare forma di intelligenza sono le termiti e la loro indiscussa capacità di creare nidi formidabili.
All’interno di un gruppo, ognuna delle migliaia di esemplari svolge un compito tanto semplice quanto utile allo scopo finale di creare un nido. La cosa sorprendente è che tutti i compiti e le azioni che svolgono le termiti sono determinati da semplici tracce ormonali lasciate nel terreno, al fine di far recuperare a qualsiasi esemplare del gruppo un carico caduto ad un altro esemplare durante il trasporto, causando l’accumularsi di elementi utili alla formazione del nido intorno alla regina.
Altrettanto sorprendente è pensare che, con tutta probabilità, le termiti non hanno una chiara coscienza dei compiti che svolgono, tuttavia sono specializzate e agiscono comunque.
Singolarmente quindi non possiamo dire che siano del tutto intelligenti, ma dalle loro capacità collettive di sistema ne consegue un adattamento, una difesa del territorio e una caparbietà evolutiva, tutto allo scopo di realizzare un grande nido fortezza. Dire che in questo non ci sia un briciolo di intelligenza è difficile, però dobbiamo specificare che si tratta di intelligenza globale o collettiva.
I sistemi complessi, adattivi e aperti, sono tutti intorno a noi, noi stessi siamo sistemi di sistemi.
Come individui siamo fatti di variegati agglomerati di cellule e particelle, più o meno specializzate, e allo stesso tempo siamo inseriti in contesti sociali più o meno estesi e facciamo parte di comunità nazionali e sovranazionali, infine facciamo tutti parte del pianeta su cui viviamo.
La cosa che ci distingue dalle piante e dagli animali è la capacità di esprimere volontà e intelligenza proprie delle nostre caratteristiche di specie. Tuttavia, ciò non ci lascia estranei all’intelligenza globale di sistema, in cui siamo inseriti, che permette alle nostre strutture sociali di evolvere con modalità analoghe alla struttura sociale delle termiti.
Quindi anche la nostra società umana è in parte il risultato di poche e semplici regole capaci di determinare comportamenti dagli esiti non facilmente prevedibili.
In questo senso, si potrebbero fare molti esempi, ma utilizziamo la prospettiva di uno degli istinti primari, generatrice di aggregazione, la paura. Essa è una fonte quasi inesauribile di energia vitale che fa emergere reazioni a catena, a partire dal singolo ma che si propagano come un’onda a tutto il sistema che così prende vita con un’intelligenza globale, che si autogoverna partendo da semplici regole di base che l’hanno generato.
La consapevolezza di come la complessità sia intrinsecamente parte dei sistemi viventi e come questi si autoriproducano con un’intelligenza globale o collettiva, dovrebbe far riflettere noi essere umani – l’unica specie dotata di un’intelligenza in grado di rappresentare e prevedere gli effetti di almeno una parte dei propri comportamenti – per evitare che le nostre azioni consapevoli facciano collassare i sistemi in cui viviamo. Perché se è vero che in un’ottica di lungo periodo le particelle elementari si ricompongono in nuovi sistemi, individuali o collettivi, e tutto si rigenera e tende a un nuovo equilibrio, se con le nostre azioni consapevoli scateniamo, per esempio, una guerra atomica, nel nuovo sistema di sistemi che sarà il nostro pianeta, noi, come essere umani, potremmo non esserci.
Quindi, senza pretendere di avere in mano tutte le certezze, perché è semplicemente impossibile, facciamo del nostro meglio con responsabilità, sincerità e fiducia. Già questo basterebbe per avere un mondo migliore per tutti.
di Alessio Capellani