Se ne sta tutto solo al bordo sudoccidentale della Franciacorta, e forse per questo si chiama Monte Orfano: anche se raggiunge una quota modesta – 452 metri – offre un colpo d’occhio spettacolare sulla vasta pianura che si allunga a sud, a est (verso Brescia) e a ovest (verso Milano), mentre a nord il panorama spazia verso il lago d’Iseo, la valle Camonica e le valli bergamasche. È un’altura singolare, alla portata di tutte le gambe, con tanti punti adatti ad una sosta.
Il giro ad anello inizia e finisce al Santuario della Madonna di Santo Stefano a Rovato, dove si può parcheggiare facilmente (a Rovato comunque si arriva anche in treno, lungo la linea Milano-Brescia). Una bella strada acciottolata conduce verso il Convento dell’Annunciata; si imbocca poi il sentiero 981 che conduce attraverso macchie boscose e tratti più aperti lungo il crinale, e porta a tre croci di vetta: quelle di Villa di Erbusco, la seconda di Coccaglio, l’ultima al monumento ai caduti di Rovato.
Lungo il cammino si susseguono scorci suggestivi sui vigneti di Coccaglio, con la chiesetta di San Michele e la via Crucis con le lapidi che ricordano anche l’eccidio di Marzabotto e la Shoah. Si incontrano anche numerosi casotti di caccia, vere e proprie postazioni attrezzate per accogliere i cacciatori pronti ad abbattere le loro prede: una tradizione in declino, ma che in questi paraggi è ancora viva. Sin dall’antichità – sono state trovare tracce di insediamenti risalenti al Neolitico – del resto, il Monte Orfano è stato frequentato non solo da cacciatori, ma anche da militari: su questo «balcone» spalancato a 360° su pianura e valli, costruirono punti di osservazione etruschi, romani e longobardi.
La facile camminata, lunga 8-10 km a seconda dell’itinerario scelto tra le diverse possibilità (ma la segnaletica è chiara, non c’è pericolo di perdere l’orientamento) si conclude in 4 ore, soste comprese.